Ha fatto storia la scelta di mettere freno ai banchieri ed alle banche, invece di salvarli o di metterli al governo, nazionalizzando e incriminando i truffatori. Senza parlare poi del debito.
Adesso, dopo le banche, dice NO anche alla pornografia.
Il paese nordeuropeo guidato dalla premier Johanna Sigurdardottir, il più attivo su questo fronte, ha già bandito locali di stripteese, bloccato la vendita di giornali a contenuto erotico e disposto la chiusura di bar “a luci rosse”.
A questa lista di censure potrebbe aggiungersi anche il no alla pornografia online.
Se la proposta discussa in questi giorni dal Governo si traducesse in legge, l’Islanda diventerebbe il primo paese occidentale a vietare in toto i contenuti porno.
Bloccare i siti a contenuto pornografico o la rete in generale è invece più difficile di chiudere un paio di negozi.
L’idea è quella di attuare una sorta di boicottaggio del traffico internet diretto sui siti hard. Lo Stato, oltre a scoraggiare la navigazione, sta pensando di impedire l’uso di carte di credito dei suoi cittadini su piattaforme vietate ai minori.
La battaglia – hanno spiegato le autorità del Paese – non è contro il sesso, ma contro la violenza spesso contenuta nei video hard.
Nel mirino del Governo, infatti, la diffusione di contenuti “brutali” contro il sesso femminile, a rischio di emulazione. Almeno questa pare essere la motivazione "ufficiale". Si possono facilmente reperire i video del sesso con animali , o con giovanissime ragazze ect.
In effetti ne occorre una valida dato che le proteste non sono tardate ad arrivare. Ci sono molti amanti
del genere li' fuori , eh.
Un'altra spiegazione è stata:
“Non si tratta di censura, ma solo di una misura contro la violenza sui bambini”.
"Le statistiche indicano che in media un bambino vede pornografia su Internet a 11 anni di età e questo ci preoccupa, così come ci preoccupa la natura sempre più degradante e brutale di quello a cui sono esposti.L'Islanda è una di quelle nazioni cresciute come simbolo della libertà sessuale, ma queste problematiche , all’apparenza superficiali, rischiano di avere conseguenze sia sul piano etico che morale.
Non stiamo parlando di censurare l’informazione, ma qualcosa dobbiamo fare”.
L’interrogativo fondamentale da porsi è: chi ha il diritto di esprimersi su cosa è porno e cosa, invece non lo è?
Tali proposte, secondo gli oppositori, limiterebbero la libertà individuale dei cittadini perché misure del genere potrebbero, alla lunga, generare forme censura. Tra gli oppositori anche alcuni esperti psicologi e sociologi secondo i quali, la pornografia non sempre sarebbe dannosa. In uno studio condotto nel 2009 dall’università di Montreal, si evince che, in realtà, guardare porno non cambia la percezione che gli uomini hanno delle donne.
Ma c’è anche chi concorda con l’iniziativa islandese, come il professor Tim Jones della Worcester University, che ha osservato come i consumatori di pornografia tendano a ricreare le “fantasie estreme” dei film “hard” nella vita reale molte volte giungendo a conclusioni drammatiche.
Staremo a vedere.
Intanto si formano già in Islanda i primi gruppi di " EMERGENZA DOWNLOAD". Tutti in corsa per salvare i video in un hard disk. Sara' per questo che alcuni vorrebbero gli HD virtuali tipo Cloud per tutti ? Solo una domanda fuori tema..