Gioele Magaldi è l'autore del libro 'Massoni società a responsabilità
illimitata' (edizioni Chiarelettere), conosce bene il mondo delle logge
in Italia e nel mondo. Anni fa ha fondato in Italia il Grande Oriente
Democratico, in polemica con il Grande Oriente d’Italia, la più grande
obbedienza massonica del nostro Paese. Dopo la morte di Licio Gelli
spiega: 'In molti hanno paura che emergano, dell’archivio privato
gelliano, ulteriori tracce dei rapporti tra P2, Three Eyes e Trilateral
Commission'.
Risposta: Di certo Licio Gelli non era un millantatore. Ma si è spesso raccontato in termini non precisi la natura del suo potere e di quello della P2, che era una Loggia importante e formalmente incardinata all’Obbedienza del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, eppure sostanzialmente dipendente dalle direttiva di una Superloggia sovranazionale, la “Three Eyes”, di orientamento reazionario, neoaristocratico e antidemocratico. Personalmente, rivendico di aver per primo spiegato le reali ascendenze internazionali della P2 e l’autentica storia di questa entità massonica, in diverse pagine del libro Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges, Chiarelettere Editore.
D: Gelli è stato coinvolto in diverse inchieste della magistratura, da Piazza Fontana alla strage di Bologna. Perché secondo lei?
R. Gelli, quando ai piani alti dell’establishment massonico sovranazionale se ne decise il sacrificio e la marginalizzazione (dal 1981 in avanti, a margine del patto “United Freemasons for Globalization”, illustrato nel libro Massoni), iniziò ad essere utilizzato come capro espiatorio di tutti i mali massonici e di tante nefandezze compiute da circuiti di potere sovranazionale sul suolo italiano. Mali e nefandezze di cui, in diversi casi (vedi alcune stragi e il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro), non erano colpevoli né Gelli né la P2. E per altri casi, la P2 rappresentava solo il braccio operativo di circoli massonici sovranazionali (quelli gravitanti intorno alla Three Eyes e superlogge satelliti) decisamente sovraordinati rispetto al cosmo piduista.
D: Che ruolo ha avuto durante quegli anni?
R. La P2, nei desiderata dei suoi mandanti, ispiratori e controllori internazionali (Ur-Lodge “Three Eyes”), doveva interpretare il ruolo di retroguardia infrastrutturale, di back-office direzionale al servizio di un regime dispotico e tecnocratico che si voleva imporre, in Italia, più o meno negli stessi termini utilizzati in Grecia nel 1967 con la Dittatura dei Colonnelli e in America latina mediante l’Operazione Condor. Al popolo italiano si voleva propinare un progetto di involuzione anti-democratica analogo a quello realizzato in Cile e Argentina, lungo gli anni ’70 del Novecento. Se non fu possibile portare a compimento ben tre tentativi di golpe (nel 1969, nel 1970 e nel 1974) in Italia, nonostante Gelli e altri piduisti tentassero di facilitarne il buon esito (ma con una regia e dei copioni che provenivano da circuiti massonici reazionari sovraordinati alla P2, cioè dalla Three Eyes e da altre superlogge sue satelliti), fu grazie alla benemerita intromissione di alcuni massoni democratici in servizio presso la Stazione Cia di Roma, e grazie all’energico intervento di un grande massone progressista come Arthur Meier Schlesinger Jr., massimo ideologo della New Frontier kennediana e più volte Maestro Venerabile della Ur-Lodge democratico-progressista “Thomas Paine”. Una superloggia, la Thomas Paine, alla quale ho avuto l’onore di essere iniziato nel 2010. Benché poi mi sia messo in sonno nel 2014, per lavorare a progetti massonici internazionali ancora più innovativi, avanguardistici e palesi, finalizzati a stabilire un metodo comunicativo e relazionale con la società profana e civile di natura totalmente limpida e solare. Vorrei comunque ribadire che nessuno, prima di me, aveva raccontato della diretta filiazione della P2 dalla Ur-Lodge (Super-Loggia sovranazionale) “Three Eyes”, né aveva esplicato la derivazione del Piano di Rinascita democratica piduista dal documento noto come “The Crisis of Democracy”, pubblicato e diffuso dall’associazione paramassonica “Trilateral Commission”, ma concepito ed elaborato proprio in seno alla massonica “Three Eyes”.
D: Gelli ha ricevuto una condanna per depistaggio sulla strage di Bologna. Secondo lei è stato uno dei registi della cosiddetta strategia della tensione?
R: In parte si e in parte no. Rinvio alla lettura del libro Massoni, per rendersi conto che vi furono anche altre superlogge reazionarie (tra cui la “White Eagle”), antagoniste della filiera P2-Three Eyes, che avvelenarono subdolamente il clima politico e sociale nei cosiddetti anni di piombo.
D: Aveva uomini all'interno dei servizi segreti?
R: Certamente si. Molti e tutti molto influenti. Per leggere nomi e cognomi e capirne i ruoli prestigiosi e di potere, rinvio alle pagine del libro Massoni.
D: Chi erano i riferimenti politici di Gelli all'epoca?
R: Spesso ci si concentra solo sul livello dei rapporti politici italiani di Licio Gelli. Rapporti che comunque erano cinicamente trasversali e strumentali, perché andavano dal MSI al PCI, dai fascisti ai comunisti, passando per PLI, PRI, PSI, PSDI e DC. Invece, pochi sanno- come però viene illustrato minuziosamente nel libro Massoni- che Gelli fu protetto e utilizzato costantemente, come proconsole italiano, da pesi massimi del jet-set massonico internazionale del calibro di Valery Giscard d’Estaing, Henry Kissinger, Zbigniew Brzezinsky, David Rockefeller, ecc.
D: Esiste ancora la P2?
R. La P2 fu liquidata ad inizio anni ’80, ma la Three Eyes (dante causa sovranazionale di Gelli e dei piduisti) ha continuato e continua imperterrita ad influire sulle vicende italiane, tanto da collocare un suo diretto affiliato- Mario Monti- alla Presidenza del Consiglio nel 2011, da imporre un altro suo membro- Giorgio Napolitano- quale Presidente della Repubblica per due mandati consecutivi (2006-2015), da collocare un suo “maggiordomo paramassone”- Enrico Letta- quale primo inquilino di Palazzo Chigi in successione a Monti
D: Si dice che non contasse più nulla a livello di potere. Ma il Piano di Rinascita democratica ha delle assonanze con le riforme portate avanti da Silvio Berlusconi prima e Matteo Renzi dopo
R. Come accennavo prima, il Piano di rinascita democratica gelliano (1976, con rimaneggiamenti successivi) non è altro che la declinazione casareccia del Piano sovranazionale di involuzione oligarchica e anti-democratica esternato nel pamphlet “The Crisis of Democracy”, propugnato ufficialmente dalla società paramassonica Trilateral Commission (fondata nel 1973), ma in realtà distillato nel laboratorio massonico della superloggia Three Eyes. E se la P2 e Gelli hanno cessato di esercitare qualunque influenza importante già dai primissimi anni ’80, la Three Eyes e altre Ur-Lodges reazionarie e neoaristocratiche sono incombenti da decenni e tuttora sul territorio europeo ed italiano. Tanto incombenti e influenti da condizionare determinate riforme di Silvio Berlusconi prima e di Matteo Renzi poi. Tanto potenti da imporre propri uomini ai vertici della tecnocrazia europea: come i passati Presidenti della BCE e come il fratello Mario Draghi, attuale boss della Banca centrale europea. Dopo la morte di Licio Gelli, in molti hanno paura che emergano, dell’archivio privato gelliano, ulteriori tracce dei rapporti tra P2, Three Eyes e Trilateral Commission. Quelli che coltivano simili timori sono i medesimi artefici dell’attuale destrutturazione involutiva della democrazia e della prosperità economico-sociale, sia in Italia che in Europa. Ed è proprio per fronteggiare costoro che, sul piano massonico, è stato costituito il Grande Oriente Democratico (www.grandeoriente-democratico.com ) e sul piano politico il Movimento Roosevelt (www.movimentoroosevelt.com ). Invito i cittadini preoccupati di difendere la democrazia sostanziale e la propria sovranità pro-quota, ad approfondire attentamente principi, finalità e iniziative del Movimento Roosevelt, a partire dalla candidatura di Nino Galloni quale nuovo Sindaco keynesiano, rooseveltiano e fieramente democratico per un New Deal di Roma Capitale.
D: Lei nel suo libro Massoni sostiene che Renzi sia inviso alle logge massoniche. A distanza di un anno è cambiato qualcosa?
R. Non è che Renzi sia inviso alle logge massoniche in generale. Matteo Renzi ha fatto da tempo richiesta di essere affiliato ad almeno una delle Ur-Lodges (superlogge) più prestigiose dell’area euro-atlantica. E diversi massoni eminenti di questi cenacoli erano diffidenti verso di lui cosi come in passato lo erano stati con Silvio Berlusconi, mai ammesso ai salotti più esclusivi della Libera Muratoria planetaria. Ma qualcosa è cambiato, ora, rispetto a Renzi…e mi riservo di parlare di questo cambiamento nel secondo volume della serie editoriale di Massoni. Società a responsabilità illimitata…
D: Quanto conta la massoneria in Italia dopo gli ultimi cambiamenti politici, in particolare dopo la nomina del nuovo presidente della Repubblica Sergio Mattarella
R. La massoneria italiana dei circuiti ordinari e tradizionali (Grandi Orienti e Gran Logge varie, incardinate come federazioni di logge) conta relativamente, in Italia. La massoneria sovranazionale delle Ur-Lodges, da decenni a questa parte, conta infinitamente di più. Grande Oriente Democratico, che è il Movimento massonico d’opinione (ormai di respiro internazionale, essendo divenuto un punto di riferimento imprescindibile per il network massonico progressista planetario) da me fondato e presieduto come Gran Maestro, si prefigge tuttavia il compito- tra le altre cose- di limitare lo strapotere di circuiti massonici reazionari e neoaristocratici in Italia e in Europa. E per conseguire questo scopo di tutela e salvaguardia massonica della democrazia e della giustizia sociale, per rilanciare la vitalità e il coraggio civile avanguardistico di tutte le reti libero-muratorie italiane e continentali, per rigenerare anche il profilo spirituale e sapienziale-iniziatico di questi consessi, probabilmente, a breve, accetterò di assumere la guida del Rito Europeo Universale (REU: un rito di perfezionamento massonico nuovo di zecca e molto ambizioso) divenendone il primo Sovrano Gran Commendatore e Patriarca.