Si potrebbe caratterizzare il grido delle entità arimaniche come:
“Dio è morto!”
Questa è la loro nefasta interpretazione
di un fatto spirituale necessario per l’evoluzione umana, così come
Nietzsche l’aveva rettamente compreso, sebbene con una coscienza ormai
crepuscolare. L’evoluzione dell’Io umano insieme al “dono” di Lucifero
della solitudine, ha portato al nichilismo, che è invece un “dono” di
Arimane. Ma solitudine e nichilismo sono in verità un’illusione creata
dagli Ostacolatori: dietro di loro si cela la natura dell’Io come essere
spirituale incarnato nella materia, un dio creatore del futuro.
Lucifero e Arimane sono mali necessari per l’evoluzione umana, mali che
possono e dovranno essere redenti. Gli Ostacolatori forniscono alla vita
umana quelle prove da superare, in virtù delle quali si ottiene un
tesoro insperato: un bene superiore.
L’essere umano, dopo il Mistero del
Golgotha, acquisisce definitivamente la percezione del proprio Io.
Questo segna il punto di svolta dell’evoluzione umana, secondo cui ciò
che prima era una discesa nella materia, adesso può divenire una
cosciente ascesa nello spirito: ma contemporaneamente alla coscienza
piena dell’Io microcosmico, si spegne l’antica coscienza del macrocosmo
come dimora degli dei e degli spiriti. L’autocoscienza richiede che
l’uomo sperimenti il mondo in prima persona e che poi, in piena libertà,
faccia ritorno alla fonte spirituale originaria. Tuttavia, se non
interviene la coscienza del mondo spirituale, il mondo interiore
dell’uomo così individualizzato viene alienato dalla sua originaria
fonte spirituale e dunque “si sente abbandonato”.
Infatti, in antroposofia:
“Senza l’azione di Lucifero l’uomo
avrebbe dovuto man mano sviluppare una doppia vista: la capacità di
vedere sia il mondo fisico, sia il mondo spirituale che operava dietro
di esso. Avrebbe percepito una realtà totale. Dietro ad ogni forma
sensibile si sarebbe visto il legame con un’entità spirituale. Lucifero
spense, “tolse” una parte del reale, presentando all’uomo solo la parte
materiale. A metà dell’epoca atlantica, intervenne un’altra influenza da
parte di altre entità ritardatarie. Queste entità immisero nel corpo
eterico umano “tenebra”, ossia lo specchio della coscienza venne
“affumicato”, distorcendo le percezioni. La visione umana divenne ancora
più offuscata. Lucifero “eclissa” lo spirituale all’anima umana, lo fa
presentire, nascondendolo. Arimane ricopre la materia con un velo di
tenebra, conferendo un apparenza minerale. Facendo sparire lo
spirituale.”
Questa coppia di scomodi “doni”,
solitudine e nichilismo, se non viene correttamente interpretata secondo
la luce della scienza dello spirito fa capitolare il pensare umano a
precipitose conclusioni. Tra i due, il Gatto e la Volpe, oggi il male
maggiore è Arimane. Lucifero si è ritratto nel mondo dell’arte, della
religione tradizionale, nella New Age, nel femminismo e del culto per
tutto ciò che è passato. Arimane invece prolifera ovunque: nella
burocrazia, nell’economia, nei centri commerciali, nella tecnologia,
nelle aule universitarie dove si insegna solo la scienza materialistica.
Le conclusioni del suo radicale nichilismo che abbondano proprio nel
pensare comune: “Se Dio è morto, esso è come l’uomo. Se Dio è morto, il
mondo spirituale è il nulla. Se Dio è morto, dopo la morte ci aspetta il
nulla. Dunque ogni mia azione vale come un’altra, bene e male non
esistono.” Questa mentalità arimanica viene ratificata poi nella scienza
naturale, interamente compenetrata dallo spirito del materialismo.
Ecco che avviene la metamorfosi del “Gott ist tot!” di Nietzsche in:
“L’Io è morto!”
Essendo l’Io incarnato un vuoto nel
mondo spirituale, un Io così sopraffatto rimarrà un pieno nel mondo
spirituale e piuttosto un vuoto nel mondo materiale. Colui che crede
l’Io, lo spirito individuale, un’illusione e agisce di conseguenza, si
sta in effetti svuotando dell’Io stesso. Lo rifiuta lasciando un vuoto
nel corpo astrale. Un vuoto che può essere colmato da altre entità
arimaniche che compiono così una ulteriore metamorfosi. Il vuoto
lasciato dalla morte del Dio macrocosmico, diviene la morte del Dio
microcosmico.
È il Nulla di cui parla Michael Ende ne “La Storia Infinita”:
“Fantàsia muore perché la gente ha
rinunciato a sperare, e dimentica i propri sogni, così Il Nulla dilaga,
poiché esso è la disperazione che ci circonda. Io ho fatto in modo di
aiutarlo, poiché è più facile dominare chi non crede in niente.”
È questa l’inquietante sentenza che Mork, il lupo nero agente del Nulla (l’equivalente del lupo Fenris dell’Edda),
dice ad Atreyu. Mork è l’agente del Nulla incaricato di scoprire
l’unica speranza di Fantàsia, Atreyu, e ucciderla prima che salvi
l’Infanta Imperatrice con l’Auryn. Mork è un essere di menzogna, ovvero
un essere del mondo materiale che è stato trasferito a forza nel mondo
immaginario di Fantàsia. Quando un essere umano usa le immaginazioni di
Fantàsia per far credere menzogne al prossimo, gli esseri umani creano
esseri di menzogna in Fantàsia. Mork stesso viene poi divorato dal Nulla
che non risparmia nemmeno i suoi emissari. Eppure perfino Atreyu, un
essere di Fantàsia, viene inspiegabilmente contagiato dal nichilismo di
Mork, che lo ferisce così fino a portarlo quasi alla morte…
Anche se non sentiamo formulare questi
pensieri, spesso sono impliciti nella logica seguita dalle persone nelle
loro azioni quotidiane. Tragicamente. Poiché questa tripla negazione
fattuale, secondo le azioni, (di Dio, dell’uomo e dello spirito) ha per
conseguenza il sopraggiungere di un senso di vuoto che permane come il
compagno inquietante dell’essere umano, in tutte le azioni del
quotidiano. La conseguenza della tripla negazione è infatti l’estinzione
della morale nell’agire, e questo alla faccia del compito dell’uomo: la
moralità è proprio lo scopo dell’incarnazione dello spirito umano sulla
Terra. Il bene e il male non si possono imparare nel mondo spirituale
oltre la Soglia.
Questo è l’unico peccato imperdonabile, il peccato contro lo Spirito Santo (Marco 3:28-29):
“In verità vi dico: ai figli degli
uomini saranno perdonati tutti i peccati e qualunque bestemmia avranno
proferita; ma chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha
perdono in eterno, ma è reo di un peccato eterno.”
A
destra il sacro pentalfa dell’Adamo: i quattro elementi sono al loro
posto al di sotto dello Spirito (la lettera shin ebraica del
Pentagrammaton); a sinistra il dissacrante pentalfa rovesciato di
Satana: i quattro elementi della materia dominano lo Spirito.
Peccare contro lo Spirito Santo è
rinunciare alla parte più elevata dell’essere umano, all’Io e dunque al
rapporto con il numinoso mondo spirituale. Poiché si è persa la radice
spirituale, l’Io, si comincia a cercare nel mondo materiale ciò che
invece appartiene di fatto al mondo spirituale. Il risultato è che il
consumismo, figlio del materialismo, non è che una spiritualità
rovesciata.
Il significato di consumismo è, prima di tutto, consumo dell’anima e dello spirito da parte del corpo.
Questo ordine inverso delle cose del
mondo è la manifestazione del simbolo occulto del Pentalfa rovesciato.
Quando il Pentalfa, il sacro simbolo dell’uomo in cui lo spirito domina
sui quattro elementi, viene rovesciato sono i quattro elementi a
dominare sullo spirito così che si realizza lo scopo di Arimane nel
creare un anti-uomo, il necessario vuoto contenitore di un anti-Cristo.
Dunque, una volta creato questo vuoto,
si deve in qualche modo riempire. Una coscienza spirituale ottenebrata
da Arimane è una coscienza che vede solo il Nulla, un vuoto pneumatico
che, come un buco nero, risucchia tutto ciò che gli sta intorno. Il
Nulla, lo stesso che divora Fantàsia è il Cuore di Arimane. Risucchia
l’anima e la sostituisce con oggetti fisici, che stanno dunque fuori dal
mondo interiore, e che per bloccare, almeno temporaneamente questa
fatale attrazione gravitazionale, deve essere colmata acquistando
oggetti fisici che “rappresentano” ciò che manca interiormente.
Ciò accade perché questo Nulla ha una
forza di attrazione inesorabile che nessun oggetto materiale, e quindi
deteriorabile, potrà mai colmare. Ecco la magia nera del consumismo: se
esso non viene contrastato spiritualmente, procede inarrestabile,
alimentando se stesso. Il Nulla produce altro Nulla, che richiama
ulteriori oggetti fisici. Il Nulla può perfino corrompere l’esistente
mondo dell’immaginazione umana, se questa non è ben protetta da una
coscienza desta! Ecco spiegata la ferita di Atreyu. La magia nera del
consumismo è la sua inesorabile ingordigia.
Ecco il senso di Cerbero nel Terzo
Cerchio dell’Inferno, quello degli insaziabili golosi: possiede occhi
vermiglio poiché avido, il ventre ampio per la voracità e gli artigli
per arraffare tutto ciò che può mangiare. Tutto in Cerbero è fatto per
essere ingollato e divorato. Le tre teste del cane infernale sono le tre
modalità del vizio capitale della Gola (associato al pianeta Mercurio),
qualità, quantità e continuità. Viene placato, almeno per il momento,
quando il poeta iniziato Virgilio, guida di Dante nell’Inferno, lancia
nelle sue bocche della terra degli Inferi: la materia più fisica, più
lontana da Dio, il caput mortem degli alchimisti.
In questo mondo interiore distorto gli
esseri che popolano il mondo spirituale, dell’immaginazione, divengono
dunque reificati, divengono “cose”, divengono “menzogne”. Può essere
qualsiasi cosa possa essere consumata e che possa reiterare se stessa:
l’abusare degli alcolici, la droga ma anche lo shopping, il
collezionismo, le auto, il cibo e così via. Dunque non solo cose nocive
di per sé, ma letteralmente qualsiasi cosa che, presa nelle dosi dovute,
potrebbe portare all’incontro con la dimensione umana della vita,
diviene invece una mania disumana, un estremo fuori dall’equilibrio.
Ecco dunque nascere uno dei mali dei nostri tempi, la disposofobia,
l’accumulo compulsivo di oggetti che non hanno alcuna funzione. Perfino
di spazzatura.
Qual’è l’origine di tale Cerbero
interiore? Vi sono diversi livelli della nostra costituzione spirituale
ai quali è possibile risalire (o meglio discendere), per trovare la
causa del consumismo. L’ego ovvero il riflesso dell’Io formatosi entro
il corpo astrale, con la sua natura lunare e automatica predispone
l’uomo a seguire i dettami della pubblicità, specie attraverso i
martellamenti televisivi. La televisione stessa, con le sue immagini
tanto colorate quanto morte, svolge una funzione ipnotica che rinforza
l’identità falsa dell’ego a discapito dell’Io. Qui siamo a livello
dell’acquisto compulsivo. L’ego, che è sotto l’egida di Lucifero, passa
poi la mano al doppio arimanico, ovvero quella parte oscura di noi
(l’Ombra) che incarna tutto la negatività che non trova spazio nell’Io.
Arimane lavora dunque attivando in noi gli istinti di sopravvivenza
animali a discapito degli altri, dunque fomentando la competizione,
l’aggressione e la volontà di potenza. Ecco che l’acquisto diventa un
modo per sopraffare gli altri: io possiedo di più dunque valgo di più.
Infine, quando questo processo raggiunge l’estremo, il doppio arimanico
apre la strada al cosiddetto “centro di distruzione”, un vero e proprio
distruttore della forma, l’anti-Io. Questo centro di distruzione è
insieme ciò che minaccia l’Io e ciò che lo può rafforzare portandolo
alla maturità.
“Immaginiamoci al centro di
distruzione nell’essere interiore dell’uomo. Si estende sull’intero
organismo umano. Se dovesse espandersi fuori, sull’intero mondo, cosa
vivrebbe allora nel mondo là fuori attraverso l’uomo? Il male. Il male
non è altro che lo slancio del caos all’esterno, il caos che è
necessario nel mondo interno dell’uomo. E in questo caos necessario,
questo necessario centro del male nell’uomo, l’Io umano deve essere
forgiato.”
– Rudolf Steiner, GA 207, “I semi dei mondi futuri”, prima conferenza, Dornach 24 settembre 1921
Invece una coscienza spirituale sana è
essenzialmente capace di moralizzare il Nulla che avanza. La capacità
immaginativa si traduce in capacità creativa e dunque il mondo interno
appare vivo all’indagine introspettiva, al guardarsi dentro. Il mondo
interiore è dunque popolato da esseri spirituali con cui è possibile
avere un rapporto diretto, cosciente se solo si ha “buona volontà”.
L’uomo stesso che abbia coscienza della sua individualità cosmica forgia
il suo Io nel mare infuocato del caos distruttore, che funge così da
fucina. Il male è bene fuori posto.
“Dopo tutto non c’è nulla al mondo
che non porti benedizioni all’uomo, se solo fosse nel suo giusto posto!
Noi dovrebbe essere senza pensiero e raziocinio, se mancassimo di questo
centro dentro di noi. Poiché questo centro ci permette di sperimentare
in esso qualcosa che non sperimenteremmo mai nel mondo esterno. Nel
mondo esterno noi vediamo gli oggetti in senso materiale, e seguendo i
costumi della scienza del tempo presente noi parliamo di conservazione
della materia, della indistruttibilità della materia. Ma in questo
centro di distruzione accade realmente che la materia venga distrutta.
La materia viene respinta nel nulla, e abbiamo dentro di noi il potere
affinché questo nulla faccia emergere il bene. Noi facciamo ciò, se
invece che istinti e impulsi, che sono destinati a favorire l’egoismo,
se noi versiamo ideali morali ed etici in questo centro di distruzione.
Allora, in questo stesso centro di distruzione, sorgeranno i semi dei
mondi futuri. Così noi, come uomini, prendiamo parte nel venire in
essere dei mondi.”
– Rudolf Steiner, GA 207, “I semi dei mondi futuri”, seconda conferenza, Dornach 24 settembre 1921
Nelle Storia Infinita, Fantàsia viene sì
distrutta dal nulla, ma questa distruzione non è che l’inizio di un
nuovo ciclo. Fantàsia sta vivendo gli ultimi momenti del suo giorno
cosmico, il manvatara, e si sta progressivamente essenzializzando nel
seme della notte cosmica, il pralaya. D’altro canto, Bastiano entra nel
Libro della Storia Infinita e arriva a Fantàsia dal mondo materiale
proprio quando questa è rientrata in sé, nel seme del pralaya. Lì fatto
suo l’Auryn, e seguendone l’iscrizione “Conosci te stesso e fa’ ciò che
vuoi.” ricrea il mondo di Fantàsia, proprio dallo stesso Nulla.
Quando l’anima umana incontra il mondo
dello spirito, può riconoscere il suo stesso spirito, l’Io, come il
discreto creatore dell’anima stessa. L’Io è la porta per il mondo
spirituale che alberga dentro di noi. Noi non siamo umani che vivono
un’esperienza spirituale, ma spiriti che vivono un’esperienza umana.
Quando anima e spirito entrano in questa risonanza, non si è
abbandonati, non si soffre di solitudine, e non si proietta sul prossimo
il bisogno di completezza. Si ha il centro entro di noi.
Infatti secondo Rudolf Steiner, l’ultimo venuto di coloro che potremmo definire Profeti dell’Io:
“Il senso della vita è dare un senso alla vita.”