Come se questi bambini una volta diventati ragazzini non diventeranno dei veri e propri sommozzatori nel mare magnum del sesso. Dunque, oltre al manichino che si eccita se il bimbo pigia un pedale – e così gli imberbi penseranno che schiacciarsi un piede sia la cosa più eccitante che esista – vi sono altre curiosità pedopornografiche. C'è una campana con moltissimi profilattici colorati e ben gonfiati, una sagoma di una donna nuda senza testa dove le bambine possono metterci la loro di testa per provare l'"ebbrezza" di mostrarsi nude davanti a tutti, un letto dove i bambini guardano scene di sesso. In una stanza poi c'è la possibilità di ascoltare la descrizione di cosa sia la masturbazione o l'omosessualità. In questa stanza è vietato l'ingresso degli adulti, perché l'innocente non sa difendersi, ma papà e mamma invece monterebbero su tutte le furie se sapessero cosa passa in quelle cuffie e dunque è bene tenerli a distanza. Vi è poi un libretto fornito a tutti i piccoli visitatori in cui accanto a scene di sesso esplicito ci sono anche scene violente. Per gli insegnanti più puritani esiste invece un vademecum sulla mostra e al fine di preservarli dallo scandalo vi sono contenute affermazioni rassicuranti come «la pornografia non recherà disturbo in merito alle condotte della futura vita sessuale dei bambini».
Il ministero dell'Educazione ha patrocinato l'iniziativa finanziandola e si è premurato di invitare migliaia di classi a questa mostra, o "mostro", spesso all'insaputa dei genitori. All'ombra della Torre Eiffel la pedofilia è affare di Stato. Naturalmente chi ha organizzato l'evento non trova nulla da ridire sui messaggi espliciti e pornografici a cui sono esposte le verdissime coscienze del giovane pubblico. «La mostra cerca di veicolare i valori essenziali e universali: l'amore, l'amicizia, il consenso e l'uguaglianza tra l'uomo e la donna. Cerca di rispondere alle domande tipiche dei più piccoli, come nascono i bambini, che cosa è l'amore», ha spiegato la curatrice della mostra, Maud Gouy. «Penso che sia importante», ha continuato la Gouy, «che l'esposizione parli di omosessualità e che spieghi che gli insulti sessisti sono un reato.
É una parte importante dell'educazione civica e alla sessualità. Chi viene alla mostra non troverà nulla di scioccante». E a proposito di reati, l'associazione Sos Education ha lanciato una petizione contro questa esposizione, anzi: esibizione. Petizione che ha raccolto sin ora 35mila firme. Stessa aria di violenza psico-sessuale a danno dei minori la respiriamo a Trondheim, in Norvegia. Presso l'istituto Breidablkk, ai bambini di prima elementare è stato chiesto di scrivere sotto l'immagine di un elefante quale animale vedessero. Peccato che – e ci scuseranno i lettori per tanta crudezza di descrizione - l'elefante con la propria proboscide stia aspirando sperma dal pene eretto di un uomo nudo appoggiato a un albero di mele. Il compito era da fare a casa e a casa non pochi genitori sono saltati sulla loro sedia Ikea (che è svedese ma poco importa). Norvegesi liberal e disinibiti sì, ma fino ad un certo punto. Henri Merge, l'autrice del disegno, ovviamente ha detto che non ne sapeva nulla, che questo bozzetto come tanti altri è in rete e dunque a disposizione di tutti. Proprio tutti, tanto che il ministro della Cultura realizzò tempo fa anche una mostra con questi disegni. Morale della favola. I mostri esistono e stanno presso i ministeri dell'Educazione e nelle scuole.
Titolo originale: Francia, qui la pedofilia è finanziata dallo Stato Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29-10-2014 Pubblicato su BastaBugie n. 373
di Tommaso Scandroglio – tratto da http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3481