The Intercept l’ha chiamato “Il grande furto delle sim” e lo ha fatto a ragione.
Gli ultimi documenti forniti da Edward Snowden a Gleen Greenwald mostrano una delle azioni più gravi messe in atto dalla National Security Agency: la violazione delle sim card per telefoni cellulari. Entrando nelle infrastrutture di sicurezza della Gemalto, multinazionale olandese che produce i chip inseriti nelle schede per telefonini e carte di credito di ultima generazione, gli agenti di sicurezza americani e britannici si sono assicurati l’accesso a dati e informazioni di vitale importanza tra cui le telefonate, i messaggi e la rubrica di milioni, forse miliardi, di persone.C'entra anche l'Italia
Per rendersi conto della gravità della situazione si pensi che Gemalto, che intanto ha emesso un comunicato per confermare l’avvio di indagini sulla questione, serve clienti come AT&T, T-Mobile, Verizon, Sprint, ma non solo. Nel 2013 il gruppo ha acquisito Ghirlanda Cards e Systems & Cards, due società italiane specializzate nella realizzazione di nuove tecnologie di pagamento, come l’NFC, e nella produzione di tessere magnetiche, passaporti, bancomat e badge aziendali.
La tecnica
Secondo The Intercept, l’intrusione ai danni della rete di costruzione delle sim card avrebbe permesso di monitorare “una vasta porzione delle comunicazioni cellulari globali senza inviare o ricevere alcuna approvazione da parte di compagnie telefoniche e governi stranieri”. Per farlo la GCHQ, controparte britannica della NSA, avrebbe diffuso un malware su diversi computer di dipendenti della Gemalto per scovare le debolezze nel sistema e intrufolarsi all’interno dei server. A supporto delle slide fornite da Snowden c’è la notizia secondo cui NSA e GCHQ avrebbero formato un gruppo di esperti per il controllo delle sim card spiate. Il Mobile Handset Exploitation Team (MHET) aveva il compito di prelevare i dati criptati dai telefoni cellulari e poi studiare tutti i possibili metodi di traduzione così da ritrovarsi tra le mani il più grande database telefonico mai esistito.
Ritorno al futuro
Come spiega Techcrunch, le ultime rivelazioni di Snowden rimandano agli inizi del Datagate quando venne mostrato al mondo il funzionamento di X-Keyscore. Anche in quel caso un programma della NSA permetteva di tracciare gli utenti mobili ma a partire dalle loro navigazioni web e accessi ai social network. Con la scoperta delle ultime ore si chiude il cerchio sulle capacità investigative dell’Intelligence statunitense, in grado di tenere sotto scacco chiunque abbia acceso un cellulare, anche solo per una volta.
Il 1 giugno si avvicina
Dopo alcuni mesi di eccessivo riposo pare che lo scandalo del Datagate sia tornato di moda. Se Obama e soci pensavano di poter arrivare senza intoppi al rinnovo della sezione 215 del Patriot Act, che scade il 1 giugno ed è una chiave fondamentale per legittimare le violazioni della NSA, ora pare che sia tornato tutto in discussione proprio come un anno fa.
Fonte:
http://www.panorama.it