Il termine “mente di gruppo” è talvolta usato liberamente tra gli occultisti come se fosse interscambiabile con “anima di gruppo”. I due concetti sono invece ben distinti, e lo spiega Dion Fortune.
L’anima di gruppo è il materiale grezzo della mente dal quale la coscienza individuale si va a differenziare grazie all’esperienza. La mente di gruppo si crea invece per mezzo della concentrazione di molte coscienze individuali sulla stessa idea/pensiero/ossessione.
Al culmine della sua popolarità Marshal Joffre visitò l’Inghilterra dove fu ricevuto con grandi onori. Per arrivare dal suo albergo alla Mansion House dove lo attendeva il Lord Mayor, la sua vettura attraversò una parte della città. Molte persone, pur riconoscendolo, si limitarono a osservare. Quando però arrivò all’affollato incrocio di Mansion House, i poliziotti bloccarono il traffico mettendosi sull’attenti. La folla si rese conto che stava avvenendo qualcosa, Joffre fu riconosciuto, il suo nome passò di bocca in bocca e in un attimo crebbe un’ondata di grande entusiasmo. Persone normalmente tranquille e compassate furono trasportate dall’eccitazione e si ritrovarono a sventolare i propri cappelli, urlando come degli ossessi. Il comportamento esagitato della folla fu ben diverso da quello dei singoli individui, anche se numerosi, che si erano limitati a osservarlo con interesse ma senza emozione.
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Questo incidente fa riflettere su un altro episodio avvenuto sempre a Mansion House che illustra molto bene la psicologia della folla e la mente di gruppo. Molti anni fa Abdul Hamed, l’odiato sultano turco, visitò l’Inghilterra. Anch’egli fu ricevuto dal Lord Mayor e condotto in automobile a Mansion House. Le stesse scene si ripeterono ma con un contenuto emotivo completamente diverso. Egli fu condotto tranquillamente attraverso strade affollate con individui che lo osservarono con curiosità ma senza sfoghi emotivi. Quando la polizia bloccò il traffico all’incrocio di Mansion House, anche qui la folla lo riconobbe e da quei tranquilli e compassati uomini d’affari di mezza età partì un urlo di esecrazione, simile a quello di un branco di lupi. La folla si buttò in avanti come un solo uomo e a stento fu evitato il peggio.
Nessuno di questi impiegati della City preso singolarmente si sarebbe mai sognato di assaltare l’anziano sovrano da solo. Eppure quando si ritrovarono nell’onda emotiva della folla furono capaci di lanciarsi in un attacco selvaggio e di grida animalesche. In un attimo, qualcosa somigliante a un’entità ossessiva prese possesso di tutti: un vasto qualcosa il cui carattere non era la somma delle anime individuali, bensì una forma più grande, potente e feroce, incredibilmente viva e cosciente dei propri impulsi. Eppure grandi folle si aggirano mescolandosi quotidianamente intorno a Mansion House. Ogni individuo va però per la propria strada, assorbito nei suoi pensieri e indifferente a chi lo circonda. Cos’è che tramuta questa massa di persone indaffarate in un unico corpo, esaltato dall’entusiasmo di un ideale e capace di violenza pericolosa?
La risposta è nella concentrazione dell’attenzione che la folla rivolge verso lo stesso oggetto, verso il quale tutti gli individui provano la medesima forte sensazione. Se tutte queste persone si rivolgessero contemporaneamente verso un’altra cosa per la quale non provano alcuna emozione l’effetto sarebbe ben diverso. Le insegne al neon di Piccadilly Circus, anche se guardate contemporaneamente da una moltitudine, non causano certo la formazione di una mente di gruppo.
Detto ciò, consideriamo il problema nelle sue applicazioni più occulte. Cosa è questa super-anima che si forma e che si diffonde così velocemente quando tante persone si ritrovano con la stessa idea nello stesso posto? Per fornire una spiegazione dobbiamo considerare la teoria degli elementali artificiali.
Un elementale artificiale è una forma-pensiero che trae vita dalla sua stessa essenza elementare. Questa essenza può provenire direttamente dai regni elementali o derivare dall’aura del mago. Una forma-pensiero costruita attraverso la concentrazione e le continue visualizzazioni, e che ci fa provare una forte emozione, si carica di tale emozione ed è capace di vivere indipendentemente dalla coscienza del suo creatore. Questo è un fattore concreto dell’occultismo pratico alla base di molti dei suoi fenomeni.
Un "mago" che crea un elementale artificiale utilizza lo stesso processo di un gruppo di persone che si concentra emotivamente sul medesimo oggetto. Esse creano un elementale artificiale proporzionalmente grande e potente quanto le dimensioni del gruppo e l’intensità delle loro emozioni. Questo elementali genera un’atmosfera mentale spiccata che influenza con grande forza le sensazioni di chi partecipa all’emozione generale. Attraverso delle suggestioni telepatiche fa risuonare all’orecchio di ciascuno le note della propria presenza, rinforzando in tal modo le vibrazioni emotive che gli avevano dato originariamente vita. Vi è azione e reazione, stimolo reciproco e intensificazione tra l’elementale e chi lo ha generato. Più il gruppo si concentra sull’oggetto della propria emozione, più vasto diventa l’elementale stesso. Più l’elementale cresce, più forte diventa la suggestione di massa sugli individui della folla che l’ha creato, facendo provare al gruppo sensazioni ancora più intense. È così che folle violente sono capaci di azioni passionali che farebbero inorridire i suoi componenti in altre occasioni.
L’elementale di una folla, tuttavia, si disperde rapidamente come si è formato perché la folla non ha continuità di vita. Quando termina lo stimolo comune la folla cessa di essere un gruppo compatto e ridiventa eterogenea. È per questo motivo che le armate indisciplinate, anche se entusiaste, sono macchine da guerra inaffidabili. Il loro entusiasmo evapora se non è continuamente stimolato, lasciandosi scindere in gruppi composti da molti individui dagli interessi diversi e motivati principalmente dall’istinto di autoconservazione. Per costruire una mente di gruppo duratura è indispensabile avere un metodo che assicuri continuità di attenzione e sensazione.
Ogni volta che questa continuità si mantiene si forma una mente o un elementale di gruppo, che col passare del tempo sviluppa un’individualità propria, cessando di dipendere per esistere dalle emozioni della folla che lo ha creato. Quando ciò avviene la folla non ha più il potere di disperderlo o di ritrarre la propria attenzione: l’elementale di gruppo la tiene in pugno. L’attenzione di ogni individuo è stata attratta e mantenuta anche contro la sua volontà e questi prova forti emozioni anche se non desidera averle.
Ogni persona che si unisce a un gruppo penetra in un’atmosfera potente che può accettare quando entra a farne parte, oppure respingere facendosi rifiutare a sua volta. Nessun membro di un gruppo dalla forte atmosfera, mente di gruppo, o elementale di gruppo (secondo la definizione preferita) riesce a rimanere senza pregiudizi sugli argomenti ed emozioni chiave del gruppo. Questo è il motivo per cui le riforme sono spesso così difficili da attuare.
Tanto più è vasta l’organizzazione da riformare, più è difficile da scuotere, rendendo necessaria una personalità molto forte da parte di chi intraprende tale compito. Eppure una volta che questa personalità inizia ad avere dei riscontri, si forma velocemente un gruppo sotto la sua guida, fatto che crea a sua volta un elementale. A questo punto sarà l’energia stessa che lui ha originato a sostenerlo e spingerlo in avanti. Quando il leader avrà dei cedimenti sarà proprio il movimento da lui creato a farlo resistere. Mentre l’individuo solitario si può distaccare e prendersi una pausa nei momenti di dubbio e di scoramento, chi conduce un gruppo fortemente emotivo non lo può fare, perché appena rallenta la sua spinta sente la pressione della mente di gruppo che lo sostiene nei momenti difficili. Può anche accadere che se egli si trova alle prese con un piano avventato, sia proprio questo che prima o dopo lo conduca alla rovina.
Non vi è modo di fermare la spinta di un movimento che sta crescendo lungo delle linee evolutive. La mente di gruppo dei partecipanti forma un canale per la sua manifestazione e l’energia che si sviluppa è irresistibile. Tuttavia, per quanto potente sia la personalità, per quanto vaste risorse, o popolari gli slogan, se il movimento è contrario alla legge cosmica è solo questione di tempo fino a quando non precipiterà nell’abisso. In questo caso è la spinta stessa che si è andata creando, la causa ultima della distruzione. Se si concede abbastanza corda a un movimento falso, questo vi si impiccherà sempre, per la semplice forza d’inerzia del proprio peso sbilanciato.
Il concetto della mente di gruppo è una delle chiavi più importanti per comprendere i problemi umani e spiega l’irrazionalità umana nella folla. Vi sono dei testi molto interessanti su quest’argomento quali, ad esempio “The Psychology of the Herd in Peace and War” di Wilfred Trotter, oppure “The Group Mind” di William McDougal, il cui studio mette in luce i relativi problemi quotidiani.
L’occultista utilizza in modo più vasto l’applicazione pratica delle menti di gruppo di quanto faccia uno psicologo, anche perché egli vi trova la chiave del potere nei Misteri. Partendo dalla psicologia della folla, diventa ovvio che il metodo dei Misteri e di tutte le fratellanze occulte nei secoli si basa su una conoscenza pratica di tali fatti. Cosa può contribuire di più alla formazione di una potente mente di gruppo che un segreto da mantenere a ogni costo e un rituale ricco di costumi, processioni e canti? Qualsiasi cosa che differenzi un numero di individui dalla massa forma automaticamente una mente di gruppo. Più tale gruppo rimane segregato, più si riterrà diverso dal resto dell’umanità, rinforzando la mente di gruppo così creata.
Un esempio di forte mente di gruppo è quella degli ebrei, tenuti sempre a distanza e perseguitati per i loro rituali, abitudini, temperamento. È triste ammettere che niente quanto le persecuzioni dia vitalità a una mente di gruppo. È proprio vero che nel sangue dei martiri possiamo trovare il seme della Chiesa, perché è stato il cemento della sua mente di gruppo.
Proprio per questo motivo la segretezza dei Misteri non sarà mai abolita del tutto. Anche se molto viene reso noto, qualcosa deve sempre essere mantenuto segreto perché è questo qualcosa di non condiviso all’esterno che diventa il nucleo della mente di gruppo, il centro della sua attenzione. La mente di gruppo è paragonabile al granello di sabbia nella perla: se non ci fosse il granello di sabbia non ci sarebbe la perla. Togliete quanto differenzia l’iniziato dal resto degli uomini e la mente di gruppo di cui egli fa parte cadrà a pezzi.
La potenza del cerimoniale eseguito fisicamente non si limita a richiamare l’entità invocata ma esercita anche un grande fascino sull’immaginazione dei partecipanti. Un adepto che lavora da solo effettuerà un rituale visualizzandolo sull’astrale senza spostarsi dalla sua posizione di meditazione, e tale rituale sarà efficace allo scopo di evocare. Se però egli desidera creare un’atmosfera che farà sviluppare velocemente i suoi allievi, oppure se desidera alzare il proprio livello di coscienza oltre i suoi limiti normali, trascendendo la propria volontà e visione solitaria, egli farà uso dei poteri dell’elementale di gruppo sviluppato dal rituale.
La mente di gruppo, o l’elementale rituale, opera su chi partecipa al rituale esattamente nello stesso modo in cui l’emozione della folla agì sugli uomini della City quando videro Marshal Joffre. Le persone vengono spinte fuori da se stesse e in quell’istante diventano qualcosa che va oltre l’umano perché un elementale di gruppo è altrettanto capace di alzare la coscienza al livello degli angeli o di abbassarla a quello delle bestie.
La nostra emozione che si proietta con forza verso un soggetto fa fluire da noi una sottile ma potentissima energia. Se quell’emozione è qualcosa di più di una emanazione cieca, genera in se stessa l’idea di intraprendere un’azione e, in particolare, se questa idea provoca una drammatica visualizzazione mentale, la forza che ne deriva diventa una forma-pensiero. L’immagine mentale prende corpo grazie all’energia in uscita e si concretizza sul piano astrale. La forma-pensiero così strutturata ora inizia a emettere vibrazioni e queste, per la legge dell’induzione simpatica della vibrazione, rinforzano le sensazioni della persona da cui erano partite le emozioni, generando sensazioni analoghe su chiunque sia concentrato sullo stesso oggetto, anche se fino a qualche minuto prima era un semplice osservatore distaccato.
La teoria della mente di gruppo è paragonabile alla dottrina dell’autosuggestione, così come è stata formulata da Baudouin, e questi due concetti psicologici ben definiti sono estendibili per associazione a quello esoterico della telepatia. Mettendo insieme questi tre fattori avremo la chiave della psicologia della folla e anche il potere tuttora sconosciuto del rituale, specialmente se è stato eseguito in una loggia occulta. Consideriamo quanto accade in un rituale di questo tipo. Tutti i presenti concentrano la propria attenzione sul dramma rappresentato dalla cerimonia. Ogni oggetto che vedono è un simbolo della cerimonia stessa. Nessuna circostanza che possa elevare la concentrazione e le emozioni viene trascurata; di conseguenza si arriva a creare un gruppo altamente concentrato ed energizzato.
Come abbiamo già visto, quando si pensa a qualsiasi oggetto con emozione sgorga una forte energia; se un certo numero di persone pensa contemporaneamente alla stessa cosa con eccitazione, concentrazione e sensazioni esaltate dal rituale della cerimonia, esse versano in un punto comune una rara misura di energia sottile. Questa è alla base della manifestazione di qualsiasi potenza invocata.
Nelle religioni dove gli dèi o i santi sono liberamente rappresentati da immagini sacre, le immaginazioni dei devoti si sono abituate a visualizzarle in una data forma, che essa sia il dio falco Horus o la Vergine Maria. Quando un gruppo si riunisce per pregare, le emozioni si concentrano e vengono esaltate dal rituale, così che se tutti visualizzano la medesima immagine, l’energia che sgorga dai presenti forma un simulacro astrale dell’essere rappresentato con tale intensità. Se la divinità è poi la rappresentazione simbolica di un’energia naturale, quell’energia troverà un canale di manifestazione attraverso la forma così costruita. L’immagine mentale visualizzata da ogni partecipante alla cerimonia apparirà all’improvviso a ciascuno, diventando viva e oggettiva, ed essi percepiranno tutto a un tratto la discesa dell’energia così invocata verso di loro.
Con il ripetersi per lunghi periodi di questo processo, le immagini create rimangono sull’astrale esattamente nel modo in cui un’abitudine ripetitiva diventa parte integrante della mente. L’energia naturale rimane allora permanentemente concentrata e i fedeli non devono fare alcuna fatica per visualizzare nuovamente il simulacro: basterà solo pensare alla divinità per percepirne il potere. Questo è il modo in cui sono state costruite tutte le rappresentazioni antropomorfiche del divino. Sappiamo tutti che lo Spirito Santo non una fiamma e nemmeno una colomba e che l’aspetto materno della Natura non è Iside, Cerere o la Vergine Maria. Queste sono delle forme attraverso le quali la mente umana cerca di avvicinarsi a tali principi; meno evoluta sarà la mente, più grossolana sarà la forma.
Coloro che hanno qualche conoscenza della mente umana, che siano sacerdoti egiziani, ierofanti eleusinani od occultisti moderni, saranno in grado di fare uso della loro comprensione di questo raro tipo di psicologia per creare condizioni attraverso le quali la mente umana individuale riesce a trascendere se stessa e a spezzare le proprie limitazioni per penetrare in uno spazio infinitamente più vasto.